È fatta! Finalmente si sono detti sì davanti a due miliardi di persone che li hanno seguiti in diretta Tv o affollando i siti web tanto da mandare addirittura il traffico in tilt. Se ne parlava da mesi e, se fossi stata una inguaribile sognatrice, avrei potuto immedesimarmi nella favola moderna della Cenerentola della middle – class inglese; diversamente, da fashion addicted avrei potuto esprimere il mio giudizio sul cappellino a metà strada tra il cesto gastronomico e l'oggetto volantedella madre di Kate, sulla mise stile banana senza bollino della Regina o sul cappellino a forma di liquirizia di Victoria Beckham. Invece sono un’ eco – blogger e quindi non posso esimermi dal non indagare sugli aspetti ecologici di quest’evento: per cui mi sono messa al lavoro e dopo accurata documentazione sul web, ho estrapolato alcune eco – notizie interessanti. L’aplomb inglese sintetizza queste notizie e rende queste nozze ancora più invidiabili proprio perché meno inquinanti di quanto si possa pensare.
Su consiglio di papà Carlo, i due sposini hanno optato per un menu a base di cibi biologici: ma si sa, la passione del principe di Galles per l’ecologia è cosa ben nota visto che negli ultimi anni si è fatto promotore di diverse iniziative, tra cui anche l’istituzione della “Prince’s Foundation for built environment”. Trattasi di un vero e proprio menu a chilometri zero, fatto di prodotti locali, non esotici e di stagione. Bravi William e Kate: azzeccata scelta di ecostile. Bisognerebbe imitarli anche noi nel privilegiare il prodotto tipico locale anche per combattere il caro prezzi (che ci lamentiamo a fare se compriamo fagiolini a 8,99 euro al chilo per il cenone di Natale?). Il menù è stato stampato su carta riciclata con certificazione forestale.
Altro elemento, che avrebbe scatenato il gossip più spietato dei tabloid inglesi (e non solo) è stato stroncato sul nascere da una scelta di ecostile: i regali di nozze.
William e Kate hanno optato per rinunciare ai regali (ma và, avrebbero mica avuto bisogno della lavatrice a risparmio energetico che è invece massima ambizione della casalinga di Voghera?) a favore di donazioni per fondazioni ed associazioni benefiche (non solo a fine ecologico), tra cui la Zoological Society di Londra che si preoccupa di salvare rinoceronti neri, specie di tigre in via di estinzione, la foresta africana e gli elefanti asiatici.
Il Telegraph ha pubblicato un calcolo approssimativo delle emissioni di Co2 della giornata, che ammonterebbero al totale prodotto in un anno intero da Buckingham Palace.
Ovviamente c’è da sottolineare che tale insulto ambientale non è direttamente imputabile a William e Kate (che tra l’altro si sono spostati prevalentemente in carrozza) ma ai circa 2000 invitati che si sono mossi in aereo o automobile e alle migliaia di curiosi e simpatizzanti che hanno affollato Londra anche nei giorni precedenti.
Usciamo un attimo dalla favola (anzi usciamoci per sempre visto che a quest’ora – 23 e 20 del 29 aprile 2011 “e vissero felici e contenti” sarà stato già pronunciato) e vediamo come rendere nella realtà più ecologiche le feste di nozze.
Marina Marcout e Inès Matsika hanno compilato una guida Organiser son mariage vert, dando alcuni consigli davvero suggestivi. Nessun momento della cerimonia è trascurato a partire dal ricevimento che si organizza in fattoria o in agriturismo con un menu che contempla prodotti biologici, freschissimi e di stagione preparati seguendo le ricette tipiche locali. Ad ogni invitato è consegnato un sacchetto per portare via avanzi di cibo buono che altrimenti verrebbe buttato e che invece può essere gustato il giorno dopo.
È preferibile scegliere i luoghi del matrimonio (chiesa o municipio e locale per il ricevimento) vicini per spostarsi in modo sostenibile a piedi oppure in sharing ossia condividendo l’automobile con gli altri invitati. Se il numero di invitati è elevato è preferibile noleggiare un autobus.
La sposa e lo sposo possono scegliere tra una varietà di abiti sostenibili. Alcune sartorie propongono abiti con stoffe certificate biologiche, ma il massimo della sostenibilità sarebbe farsi prestare o noleggiare l’abito oppure rivisitare qualche capo vintage con decorazioni ed accessori. Chi non vuole rinunciare all’ecogriffe proprio nel giorno più importante della propria vita, il panorama della moda internazionale è pieno di nomi famosi: tanto per citarne alcuni, Igam Ussaro, stilista di talento, propone abiti ricavati da biopolimeri e una intera collezione dedicata alle spose; Alta Rosa, invece, è una sartoria d’alta moda che nasce in Toscana, tra le vigne del Chianti e le terre arse della Maremma. Realizza in maniera artigianale, con attenzione ai particolari, abiti da sposa con materiali naturali, soprattutto canapa.
Per le partecipazioni è possibile scegliere la carta riciclata, ma meglio ancora usare l’e-mail. Ogni foglio stampato è un peso sull’ambiente in termini di abbattimento delle foreste e produzione di anidride carbonica. Il consumo di carta è una preoccupazione dei futuri ecosposi anche per i menu che possono essere stampati su carta riciclata e per le fotografie. Per queste ultime un’alternativa è realizzare, con costi sicuramente più contenuti un cd rom da regalare ai convenuti.
Per le bomboniere un’alternativa solidale è quella di preferire oggetti artigianali prodotti a mano nelle case famiglia, nelle carceri; oppure possono essere scelti oggetti realizzati con materiale di recupero.
Persino il momento più romantico della cerimonia nuziale, lo scambio delle fedi, può essere ecocompatibile. Purtroppo oro, diamanti e pietre preziose provengono da aree sottosviluppate in cui le condizioni lavorative sono spesso clandestine e i diritti umani sono violati: ma le certificazioni Conflict – free diamonds Council garantiscono l’eticità dei diamanti.
Anche qui William si è distinto: di certo il papabile erede al trono non poteva scegliere della bigiotteria, e così ha optato per lo stesso anello con zaffiro e diamanti che suo padre diede a sua madre per chiederle di sposarla. Ma un riciclo così british style è concesso solo a William: se una cosa del genere la facesse un Pino dei Palazzi, la sposa sarebbe autorizzata a scappare a gambe levate.